L'APPROFONDIMENTO


Gallipoli per me - Il Mare

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Or sul mar di turchese
non vi sono più vele
ma barche con motori
che sporcano la pelle
della faccia del mare
e sopra quelle barche
l'anima dei pescatori
non ascolta più il canto
dell'onde e del vento,
ma il ruglio dei motori
che sporca il mare lindo
com'era il loro cuore
quando issavan la vela
nel nome di Dio

UGO FRANCO, Barche d'altri tempi

Tante piccole onde di acqua chiara che potresti bere. Diventa di colore differente man mano si sprofonda: verde chiaro, poi un po' scuro (sembra di nuotare in una caramella di menta) e cambia ancora, azzurro fino al blu mentre una nuvola passa e lo tinge di grigio e tra una e un'altra il sole forma strisce di luce.
Gallipoli è quel mare trasparente. Un mare enorme senza fine, con una linea netta di orizzonte.
Un mare di barche, pescherecci che vanno e vengono in quella enorme strada a volte piatta e calma, a volte mossa e piena di onde paurose.

E' la lotta dell'uomo contro la natura, il pane anzi il pesce quotidiano. E' il volto dei pescatori segnato dalla fatica e dal sale.
Il mare a Gallipoli è il colle dell'infinito ma con una linea lontana d'orizzonte dove uno può immaginare interminati spazi e sovrumani silenzi e soltanto col pensiero: il naufragar m'è dolce in questo mare.

Beppe Zagaglia

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