Bonaventura Mazzarella dimenticato dagli ingrati ed ingenerosi nipoti gallipolini
 

 

…… A lui non ombre pose              
tra le sue mura la città, lasciva          
d’evirati cantori allettatrice,              
non pietra, non parola ….                
U. Foscolo, I Sepolcri, vv. 73-75.
 
Il 6 marzo 1882, all’età di 64 anni, moriva a Genova, di polmonite, Bonaventura Mazzarella, patriota, giurista, filosofo, deputato al Parlamento, che “ebbe sempre il pensiero alla libertà, all’unità, ed alla prosperità della patria fin dai primi anni della sua vita”. Il 7 marzo alla Camera dei deputati ci fu la commemorazione funebre tenuta dal vicepresidente, Filippo Abignente, che, dopo aver delineato la figura dell’illustre personaggio, ripercorrendo tutte le fasi politiche e culturali della sua vita, così chiuse il suo discorso: “L’onorevole Mazzarella, non mai diceva quello che non pensava, quello che non sentiva, né ancora diceva in modo diverso da quello che sentiva e da quello che pensava. Ciò che diceva era quello che stava nel suo intelletto e nella sua coscienza. Ed ora noi l’abbiamo perduto! Abbiamo perduto un compagno modello di virtù, venerato dai suoi amici, venerato dal suo paese, dal quale ha avuto testimonianze d’affetto e di stima”.
Ora mi chiedo quanti politici ed amministratori gallipolini di ieri e di oggi hanno avuto la stessa onestà intellettuale del Mazzarella, e quali e quante testimonianze di affetto e di stima i cittadini di Gallipoli gli hanno tributato dopo la sua morte.
Mai una pubblica commemorazione, mai una lapide, mai un monumento che lo ricordassero. Eppure l’11 marzo, cinque giorni dopo la sua morte, il Consiglio comunale, in sessione straordinaria, presieduto dal sindaco Bonaventura Garzya, su proposta del consigliere Nicola Massa, deliberò che la salma del Mazzarella fosse portata a Gallipoli dal cimitero monumentale dello Staglieno di Genova, ove riposava, “a spese ed a cura del Municipio all’anniversario della sua morte” e che “il Municipio si facesse iniziatore d’una sottoscrizione pubblica, in Gallipoli ed altrove, per erigere un monumento che valga ad eternare la memoria del defunto”.
Passarono gli anni e solo di tanto in tanto si udiva la voce dello Spartaco, giornale gallipolino, che, denunziando “l’ignavia dell’amministrazione comunale”, ricordava la deliberazione del Consiglio comunale che “giace[va] da anni polverosa negli scaffali del Municipio” senza che “nessuno avesse mai pensato “a darvi esecuzione, neppure quello stesso Sindaco Garzya”, per un impegno nefando preso con il vescovo Enrico Carfagnini dal quale era stato appoggiato durante le elezioni amministrative (il Carfagnini odiava il Mazzarella poiché apparteneva alla chiesa valdese).
Non valsero neppure le continue esortazioni del giornale ai concittadini “a riparare, con la loro opera spontanea ed unanime, ad una grave ingiustizia e riportare la salma di Lui ch’era ancora lì nello Staglieno […] lontano dalla terra sua; non più sulla spiaggia della sua Gallipoli, ma fra alte montagne della Riviera, ”dove non udiva “il batter fragoroso dell’onda sua nativa”; e cancellare così “la triste accusa” che pesava su Gallipoli “di essere ingrata verso uno dei più illustri suoi figli”, dimostrando così che “il popolo, come sempre, quando vuole sa fare molto.”
Non riuscì a smuovere le acque della palude gallipolina nemmeno la lettera del Duca Sigismondo Castromediano, inviata allo Spartaco:


Caballino, 15 marzo 1889

Gent.mo Sig. Direttore  
          
 

Era da qualche tempo che sentiva il bisogno di ringraziarvi del dono del Vostro Spartaco, ma non potei a cagione della mia salute, tanto ormai affievolita da impedirmi ogni minima applicazione.
Ora però mi sforzo, non solo a dettar la presente, adempiendo al succennato dovere, ma vieppiù a dimostrarvi la mia gratitudine per aver nel n. 59 del vostro giornale ricordato il nome e le virtù di Bonaventura Mazzarella, mio socio e presidente del Circolo Patriottico Salentino di Lecce il 15 maggio 1848, e poscia vittima come me dei tribunali e delle persecuzioni suscitate dai perfidi e comandate da un Governo e da un Re, più perfido di tutti.
Approvo quindi il Vostro rimprovero lanciato contro i vostri concittadini per aver lasciato quella santa memoria nell’oblio, senza ritirarne fra essi le ceneri, e senza apporre almeno alcuna lapide sulla casa che lo vide nascere.
Benedetta adunque la vostra generosa iniziativa e la secondo, come posso, dopo una lotta, la quale può dirsi uno strascico di vecchi rancori Borbonici, e dalla quale, per volere di Dio ne sono uscito vittorioso.
Io era grande amico di Bonaventura, ne conosceva la illibatezza ed il vigore dell’anima, la elevatezza dell’ingegno ed il suo affetto sempre disinteressato verso la patria e la giustizia.
Io lo amava di tutto cuore quel patriota. Lo incontrai nella miseria, che sopportava assai nobilmente e poi sugli stalli dell’onore di cui non ne andava superbo. Sempre lo stesso: L’Uomo Onesto. E sebbene con lui non ebbi comuni le opinioni politiche nè religiose, guardo la sua bella figura con Riverenza e Rispetto.
Gradite Signor Direttore i miei ossequi, con i quali mi pregio ripetermi.

 

Devotissimo
Duca Sigismondo Castromediano

 

Sollecitazioni per onorare la memoria dell’illustre nostro concittadino erano giunte anche da lontano, come quella dello scrittore di Arezzo, ing. Vincenzo Pichi, che così scriveva all’Amministrazione civica, il 15 settembre 1885:
 

Alla Onorevole
Giunta del Municipio
di
Gallipoli
 

Unicamente coll’idea di ben fare ho raccolto documenti preziosi sulla vita dell’illustre Patriota Buonaventura Mazzarella ch’ebbe i natali in codesta colta città, per una estesa biografia che mi propongo di scrivere. Alla pochezza del mio ingegno supplirò colle doti del cuore: d'altronde Lo amai in vita e del pari venero estinto.
Convinto che in occasione della prossima inaugurazione della Ferrovia [il tronco Gallipoli-Zollino] le Autorità civiche della provincia e di Gallipoli, spoglie di qualsiasi suscettibilità, gelosia ed invidia, che suol nascere da gare di partito sempre funeste agli interessi pubblici, sapranno rendere giustizia al merito, con tutta sommissione Vi propongo una Epigrafe presso a poco in questi termini:

A Perenne Memoria
di
Bonaventura Mazzarella
Filosofo Probo – Scienziato Modesto
Intemerato Apostolo di Civiltà
In Esiglio e in Patria
Magistrato di Fede Antica
Strenuo Protettore della Ferrovia
Da Lecce al Golfo di Taranto
La Cittadinanza di Gallipoli
Riconoscente
Questo Marmo Consacra
Il……………..1885

Perdonatemi, Egregi Signori, e ai Vostri riveriti comandi mi ripeto:
 

Delle SS. VV. Ill.me
Devot.mo Vostro      

Vincenzo Pichi

              Arezzo, li 15 Sett. 1885

 

Il tronco della ferrovia Gallipoli-Zollino fu inaugurato ma nessuno ricordò il Mazzarella, né tanto meno fu posta una lapide a testimonianza del suo contributo per la realizzazione della linea ferroviaria.
Un assordante silenzio per tanti anni ha circondato la figura del Mazzarella: le varie amministrazioni comunali che nel tempo si sono succedute, “coll’ignavia propria”, hanno lasciato “in vituperevole e studiata trascuratezza quanto nel 1882 veniva solennemente deliberato”. “Non un ricordo su quelle ceneri, non un ricordo su quella memoria! Gl’ingenerosi nipoti gallipolini […] han dimenticato ahi troppo presto questa loro gloria, e non hanno avuto un palpito per chi a vantaggio della patria sostenne impavido le condanne di morte, l’esilio, e modesto chiuse gli occhi nella onorata miseria”.
Se qualcuno, andando controcorrente, ultimamente ha tentato di porre rimedio alla interessata latitanza, ai colposi silenzi, alla grave manchevolezza, chiedendo di porre, a proprie spese, una lapide commemorativa nel sito dove sorgeva la casa che ha dato i natali al nostro illustre concittadino, dall’amministrazione comunale ha ricevuto un diniego (giugno 2001), come un rifiuto (gennaio-aprile 2004) è stato opposto a chi ha chiesto di destinare un piccolo spazio, all’aperto, per accogliere un busto in bronzo del Mazzarella, che le veniva donato.
 
Gallipoli, 28 ottobre 2008

 Al     Signor Sindaco
        del Comune di
   Gallipoli

e p. c. all’Assessore
      alla Cultura
           del Comune di
      Gallipoli

Oggetto:  donazione busto di
     Bonaventura Mazzarella
 
Il sottoscritto Enrico Mazzarella ha intenzione di donare all’Amministrazione civica di Gallipoli il busto in bronzo del suo antenato Bonaventura Mazzarella, patriota mazziniano, insigne magistrato e valente filosofo, deputato al Parlamento italiano dal 1865 al 1882.
La donazione potrà concretarsi se codesta Amministrazione accetterà le seguenti condizioni:
il busto dovrà essere collocato in via definitiva al piano terra di Palazzo Balsamo, all’ingresso della “galleria” che si affaccia su via S. Angelo;
esso busto poggerà su di una colonnina che si ergerà da un piccolo piedistallo; sulla colonnina sarà collocata una targhetta con un’epigrafe;
alle spalle del busto, sul muro, sarà apposta una targa con scritto “Galleria Bonaventura Mazzarella”;
alla donazione dovrà essere data da parte dell’Amministrazione civica la massima pubblicità con l’invito alla cittadinanza a partecipare allo scoprimento del busto ed alla cerimonia commemorativa che dovrà tenersi nella biblioteca civica o nel Teatro Garibaldi.
 

(dott. Enrico Mazzarella)
 



 


BONAVENTURA MAZZARELLA
CITTADINO DI ALTI SENSI
INSIGNE LEGISTA E FILOSOFO
FERVENTE MAZZINIANO
CONDANNATO A MORTE IN
CONTUMACIA IL 29-XI-1851
DAL BORBONE FERDINANDO II
DEPUTATO AL PARLAMENTO
ITALIANO
DAL 1865 AL 1882
GALLIPOLI 6-II-1818 – GENOVA 6-III-1882
 

 

 

 



 


“GALLERIA”
BONAVENTURA
MAZZARELLA
 

 

 

Ad oggi, 29 gennaio 2010, l'Amministrazione Comunale di Gallipoli non ha ancora dato una risposta.


Rassegna stampa


Nuovo Quotidiano di Puglia  22 aprile 2004 
(file pdf, 3,54 MB)

Nuovo Quotidiano di Puglia  12 dicembre 2004  (file pdf, 3,12 MB)

Nuovo Quotidiano di Puglia - Lettere  19 luglio 2009 (file pdf, 2,33 MB)

 

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